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15 Aprile 2013

Chiari segnali di distensione tra i governi di Juba e Khartoum.

“Questa visita segna l’inizio di una cooperazione tra il Sudan e il Sud Sudan”.

Ha detto il presidente sudanese Omar Hassan al Bashir al termine della sua storica visita a Juba, la prima, dopo le celebrazioni per l’indipendenza del Paese cui aveva assistito nel luglio 2011.

Durante la conferenza i due presidenti hanno annunciato l’apertura dei confini tra i due Paesi e la normalizzazione dei rapporti. Un evento che segna, forse, una svolta definitiva nella difficile definizione della pace.

All’inizio di questo mese, i due Paesi avevano già firmato un importante accordo per la ripresa della produzione petrolifera, fondamentale per l’economia di entrambi, con l’avvio di una collaborazione e una dichiarazione di pace, ma in realtà ci sono ancora zone contese lungo i confini e soprattutto la provincia di Abyei, un’area tra le più ricche di greggio proprio a confine dei due stati.

Anche il presidente sud-sudanese, Salva Kiir ha detto di voler continuare il dialogo tra Juba e Khartoum e risolvere tutte le dispute, per rendere reale il percorso di pace e sostenere un vero sviluppo del paese. Una pace davvero necessaria per i due Paesi, che, malgrado tutto, non possono fare a meno l’uno dell’altro: il Sud Sudan, con l’indipendenza, ha ottenuto finalmente la proprietà del 75% del petrolio presente nel suo territorio, ma è il Sudan ha possedere gli oleodotti e soprattutto quello sbocco sul Mar Rosso che permette la commercializzazione del greggio.

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