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22 Ottobre 2013

NEL MARTORIATO JONGLEI LA PACE SEMBRA LONTANA

Un nuovo orribile attacco dei ribelli contro inermi civili mette a rischio le trattative di pace

 

 

Dalle radio cattoliche del Sud Sudan arriva una brutta notizia: sembra che le milizie dell’ex generale David Yau Yau, che da oltre un anno guida la ribellione nella regione del Jonglei, sostenuta dagli allevatori di etnia Murle, una minoranza legata al governo del Sudan, abbiano attaccato, la scorsa domenica, alcuni villaggi nella martoriata regione causando almeno 40 morti e decine di feriti tra i civili e circa 50.000 capi di bestiame rubati. Secondo le radio, a denunciarlo è stato il portavoce delle forze armate regolari, Philip Aguer che ha spiegato che ha subire l’orribile attacco sono gli insediamenti vicini alle località di Paleu, Maar e Padeer.

 

Come spesso già raccontato, la regione del Jonglei, che confina con l’Etiopia ed è ricca di petrolio, è stata a lungo contesa tra il Nord ed il Sud Sudan ed è ancora oggi la più instabile del paese, teatro di attacchi, violenze e ribellioni più o meno pilotate tra le comunità della zona, quasi tutte dedite all’allevamento.

Oltre ai Dinka, che compongono la maggioranza del pase e della regione , nel Jonglei convivono sia comunità di etnia Lou Nuer che quelle degli allevatori Murle, che si muovono con il bestiame dal nord, provocando il forte sospetto di una intromissione nella loro ribellione del governo di Khartoum. Solo poche settimane fa, però, Yau Yau, il capo ribelle, aveva accettato di avviare una trattativa con il governo in vista di una possibile fine delle ostilità. Una trattativa che l’orribile attacco di ieri sulla popolazione civile, rischia ora di interrompere, rendendo tortuoso il percorso di pace che il Presidente del Sud Sudan Salva Kiir si è preposto di perseguire, liberando nelle ultime settimane molti degli oppositori e addirittura offrendo loro posti nel governo e nelle forze armate.

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