Blog

20 Gennaio 2014

IL SUD SUDAN FORSE VICINO AD UN CESSATE IL FUOCO

 

Sembra che il presidente sud sudanese Salva Kiir sia pronto a firmare una tregua per definire gli accordi di pace tra il governo e gli emissari dell’ex vicepresidente Riek Machar, che da giorni si stanno discutendo ad Addis Abeba, in Etiopia.

La comunità internazionale aspetta col fiato sospeso, vista la drammatica situazione e la gravissima emergenza in cui verso il paese a causa delle violenze.

A forzare la mano verso la pace sembra sia stato anche il Governo ugandese, da sempre vicino all’attuale governo sud sudanese, con cui ha avviato accordi anche commerciali. Forse per questo nei giorni scorsi è visto l’intervento dell’esercito ugandese in aperto sostegno alle forze governative, intervento che ha contribuito alla riconquista della città di Bor, capitale del ricco Stato di Jongley, da tre settimane in mano ai ribelli. Lo stesso presidente dell’Uganda, Musaveni, ha confermato l’invio nei giorni scorsi di 1600 soldati ufficialmente per proteggere il rimpatrio dei civili ugandesi, ma pronti a sostenere le forze di Juba.

Questo però alimenta i timori, da parte della comunità internazionale, di forti ingerenze esterne ad alimentare la guerra.

Se infatti l’Uganda è da sempre alleata del Sud Sudan, fin dai tempi della guerra civile, Riek Machar, che dichiara di voler fondare un nuovo stato, nelle province che controlla con il suo esercito di ribelli (tra l’altro inspiegabilmente ben fornito di armi), potrebbe essere stato incoraggiato dal presidente sudanese Omar al Bashir, intenzionato a riprendere il controllo delle risorse dell’ex territorio, che dava al Sudan il 75 per cento delle riserve del paese prima della secessione.

Infatti, le province interessate dal conflitto, sono le più ricche del paese e hanno più di tre quarti delle risorse petrolifere dell’intero Sud Sudan. Machar dunque potrebbe voler stringere nuovi accordi con Khartoum per la fornitura del greggio. Oltre a togliere ricchezza al Sud Sudan, il progetto di Machar impedirebbe la realizzazione del nuovo oleodotto sud sudanese verso le raffinerie del Kenya, attraverso l’Uganda, che permetterebbe al Sud Sudan di vendere direttamente il greggio, ora costretto a passare dagli oleodotti sudanesi.

Insomma, dietro all’apparente lotta etnica, il conflitto appare sempre più, ancora una volta, solo una lotta per il controllo del petrolio, la vera ricchezza del paese.

News dal Sud Sudan
About Giulia