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21 Gennaio 2014

Ultimi aggiornamenti dal Sud Sudan

La situazione di crisi che ha colpito duramente il Sud Sudan a partire dallo scorso 15 dicembre sembra trovare un piccolo spiraglio di luce con gli ultimi sviluppi di questi giorni che pare stiano portando ad una firma per il cessate il fuoco da parte delle due parti in conflitto. Ma nonostante questa rassicurante notizia, il quadro che ci viene presentato dalle nostre controparti locali sul campo è veramente pesante. Lo si può ben dedurre dai dati riportati dal report riguardante la “Crisi Sud Sudanese” elaborato dall’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari (OCHA) Sud Sudan in collaborazione con altri partner umanitari. Le informazioni contenute in questa relazione riportano la situazione del Sud Sudan al 19 gennaio.

Oltre mezzo milione di persone hanno dovuto abbandonare le loro abitazioni: 494.000 si sono rifugiate in altre parti del Sud Sudan e 86.100 hanno cercato ospitalità in nazioni vicine.

Nonostante oltre la metà dei 200.000 bambini individuati quali soggetti più a rischio siano stati vaccinanti contro il morbillo dallo scorso 15 dicembre, tale malattia rimane il più grande rischio sanitario nelle località di Bor, Juba e Malakal.

Di seguito è riportata la cartina, aggiornata al 19 gennaio secondo i dati dell’OCHA, che illustra la dislocazione degli sfollati nei diversi Stati del Sud Sudan colpiti dal conflitto tra Dinka e Nuer scoppiato lo scorso 15 dicembre:

La situazione rimane tesa in molte parti delle città ancora oggi, in particolare nelle località di Bor e Malakal, dove si registrano continue distruzioni di proprietà che forzano gli abitanti a fuggire.

Le organizzazioni umanitarie hanno assistito fino ad ora 212.400 sfollati interni al Sud Sudan ed il numero dei rifugiati continua a crescere ponendo di fronte sfide sempre più grandi e difficili da affrontare.

Nello Stato dei Laghi, dove si trovano gran parte dei territori della Diocesi di Rumbek, ci sono oltre 84.000 persone a Mingkaman e nelle aree circostanti (nella zona della missione di Aliap/Bunagok) che vengono assistite tramite la fornitura di acqua pulita, cure sanitarie ed altri servizi primari.35.000 sono i bambini che a Giuba e nella contea di Awerial (nelle zone di Aliap/Bunagok) hanno la necessità di essere “educati per far fronte a questa emergenza”: in questa situazione di crisi c’è la necessità di riuscire a fornire agli sfollati ed anche a coloro che li hanno accolti le informazioni necessarie per poter far fronte a questa grave situazione.

161.000 le persone che dal 15 dicembre scorso sono state assistite per quanto riguarda la fornitura di cibo grazie ad una fitta rete di aiuti, tra le quali ben 55.000 si trovano a Mingkaman. Si sta facendo il possibile per prevenire l’insicurezza alimentare e l’aumento dei casi di malnutrizione. Una sfida contro il tempo, che giorno dopo giorno diventa sempre più ardua.

3.104 i pazienti con ferite di arma da fuoco curati dallo scoppio del conflitto.

Più di 113.000 i bambini che sono stati sottoposti a vaccinazione anti morbillo dall’inizio di questa situazione di crisi.

24 tonnellate di aiuti arrivati a Bentiu fino ad ora.

La malnutrizione è una minaccia per quanto riguarda la salute degli sfollati ; in particolare colpisce le fasce più vulnerabili della popolazione: i bambini e le donne gravide e che allattano. Sono necessari urgenti interventi a sostegno della nutrizione di queste persone in particolare a Bentiu, Bor e Malakal e nelle altre località dove si sono rifugiati i profughi. Quasi 4.000 i bambini visitati che si trovano nei campi delle Nazioni Unite: ad oltre cento di loro è stato riscontrato uno stato di malnutrizione acuta grave ed ai restati è stato diagnosticato uno stato di malnutrizione moderata.

 – 29.559 sono state le famiglie che hanno ricevuto i beni di prima necessità dall’inizio degli scontri.

160.000 le persone che hanno potuto beneficiare fino ad ora dei servizi igienico sanitari e di acqua potabile.

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