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23 Giugno 2014

SONO 30MILIONI I BAMBINI CHE NON VANNO A SCUOLA, NELL’AFRICA SUB SAHARIANA

Lo afferma l’ONU, nei due rapporti stilati dal Fondo Onu per l’infanzia (Unicef) e l’Organizzazione Onu per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (Unesco), pubblicati in occasione della Giornata del bambino africano, celebrata il 16 giugno.

La situazione più critica riguarda l’Africa occidentale e centrale, dove si registra il più alto tasso al mondo di bambini che non vanno a scuola: circa uno su tre, il 28%. Nel resto del continente, sono almeno 10 milioni i piccoli in età scolastica che rimangono a casa.

Tra il 2000 e il 2007, c’era stato un progresso molto positivo, affermano i due organismi Onu, anche in relazione alla fine delle guerre, come per esempio in Sud Sudan, con un sensibile aumento di scolari, ma negli ultimi cinque anni “c’è stata poca variazione positiva”, nelle regioni africane, con uno scarsi aumento delle frequenze.

Uno stallo che, anche in Sud Sudan, è legato al riaccendersi dei conflitti e alle difficoltà, ancora oggi enormi, per la maggior parte delle comunità, legate sia alla distanza dalle scuole, sia alla mancanza di risorse delle famiglie, estremamente povere, che non sono in grado di pagare i costi dei libri, delle tasse o di altro materiale. Un problema che non esiste però nelle scuole della Diocesi di Rumbek, dove studiamo oltre 10.000 bambini, tutte gratuite. In generale però, in tutta l’Africa sub sahariana, il problema della povertà, delle guerre e delle distanze rende sempre più difficile andare a scuola e a farne le spese sono soprattutto le bambine.

Nel Rapporto, i due organismi dell’ONU suggeriscono politiche di sostegno dei governi a favore delle famiglie, ma anche maggiore qualità e mezzi da destinare all’insegnamento. Dopo l’accesso a scuola, infatti, l’altra difficoltà riguarda la capacità degli alunni a terminare il ciclo: solo il 65% di chi è andato in prima finisce le elementari.

Un dato che conferma ancora una volta l’importanza di un Centro dedicato alla formazione degli insegnanti, come quello che abbiamo costruito, con l’aiuto di migliaia di italiani ed italiane, a Cuiebet, nello Stato dei Laghi (www.cesarsudan/progettoscuola.it). Un Istituto che prepara maestri e maestre, per garantire alle nuove generazioni un’istruzione vera e di qualità, e crea una classe docente capace di formare nuove leadership per costruire una nuova società.

Un Centro che ha bisogno di tutto il nostro aiuto, per continuare a lavorare e dare vita ad una vera classe docente, per il futuro del Sud Sudan.

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