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1 Ottobre 2015

UNA CORTE PER I CRIMINI DI GUERRA

30/09/2015 – L’Unione Africana ha dichiarato che verrà istituito un tribunale speciale per i crimini di guerra in Sud Sudan, afflitto dal 2013 da una nuova ondata di guerra e violenze.

Una mossa volta a promuovere una soluzione tutta africana per il conflitto nello Stato più giovane al mondo, diventato indipendente nel 2011. Nonostante la firma dell’accordo di pace il mese scorso, il conflitto non è cessato e anzi l’Unione Africana ha evidenziato i risultati di un’inchiesta secondo cui sia governo che forze ribelli avrebbero commesso atrocità che devono essere sottoposte al giudizio di una corte. Migliaia di persone sono state infatti uccise nei combattimenti negli ultimi 21 mesi, e più di 2,2 milioni costrette a lasciare le proprie case.

Di questo tribunale faranno parte il presidente Salva Kiir e il leader dei ribelli Riek Machar. Si evidenzia il fatto che il Sud Sudan non riconosce il Tribunale Penale Internazionale, che indaga le atrocità negli Stati membri. Anche l’Unione Africana è molto critica nei confronti della Corte penale internazionale, accusandola di non operare in totale imparzialità.

Di qui la spinta verso una soluzione africana. La corte sud sudanese utilizzerà un mix di diritto internazionale e diritto del Sud Sudan. Una commissione d’inchiesta, formata lo scorso anno sotto la presidenza dell’ex presidente nigeriano Olusegun Obasanjo, ha trovato prove che entrambe le parti in conflitto in Sud Sudan erano state coinvolte in omicidi, torture, saccheggi e violenze sessuali.

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha accolto con favore l’istituzione del tribunale durante un vertice sul Sudan meridionale tenutosi il 26 settembre scorso a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York.«Sono stati commessi crimini orribili contro i civili in questa guerra – ha detto – e il tessuto sociale del Sud Sudan è andato in frantumi». «Per riparare, le disposizioni dell’accordo di pace legati alla giustizia, alla responsabilità e alla riconciliazione devono essere attuate per intero».

(fonte: BBC News)

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