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18 Giugno 2019

ALLARME FAME

In Sud Sudan 7 milioni di persone a rischio fame

 

Almeno sette milioni di persone soffrono la fame in Sud Sudan. E’ un numero mai raggiunto prima. A lanciare l’allarme le tre agenzie Onu Fao, Unicef e World Food Program, in una nota congiunta (fonte: Ansa.it).

«Nei prossimi mesi si prevede che il 61% della popolazione dovrà affrontare livelli estremi di insicurezza alimentare» – riferiscono le tre agenzie – ed «entro la fine di luglio circa 6,96 milioni di sud sudanesi dovranno affrontare livelli acuti, o addirittura peggiori, di mancanza di cibo».

Saranno circa 21.000 le persone, si stima, esposte a una catastrofica mancanza di accesso al cibo, mentre circa 1,82 milioni di persone saranno nella Fase di emergenza e altri 5,12 milioni di persone nella Fase 3 della scala delle carestie.

Tra le cause del peggioramento della situazione, le piogge scarse e giunte in ritardo, e il prezzo elevato del cibo che ne limita l’accesso a una grande parte di popolazione, che si aggiungono alla scarsità delle scorte del misero raccolto del 2018.

 

L’impegno di CESAR

Di fronte all’allarme carestia non si ferma l’impegno di Fondazione CESAR in Sud Sudan. Malnutrizione e scarsità di cibo sono i problemi attorno a cui ruotano le attività umanitarie principali di questi ultimi mesi.

Il progetto Stop alla malnutrizione, dopo aver sostenuto per anni l’ospedale San Francesco di Marial Lou, nel mese di gennaio si è spostato a Gordhim per proseguire nell’obiettivo di cura e prevenzione della malnutrizione nei bambini e nelle loro mamme, rispondendo all’emergenza fame nell’area dell’Aweil East. Qui nei soli mesi di maggio e giugno sono stati assistiti ben 237 bambini con distribuzione di plumpynut (un panetto composto da farina di arachidi, zucchero, grassi vegetali, latte in polvere, con aggiunta di sali minerali e vitamine e acido folico) a contrasto della malnutrizione.

L’iniziativa A ciascuno il suo pasto, avviata in collaborazione con l’organizzazione internazionale Rise Against Hunger, ha portato i primi frutti a inizio anno, con la distribuzione di 145.000 pasti a oltre 6000 persone bisognose dislocate nelle missioni periferiche di Tonj, Warrap, Marial Lou e Romic in Sud Sudan. L’obiettivo è replicare l’obiettivo e raggiungere altrettante famiglie con un ulteriore invio di pasti emergenziali entro la fine del 2019.

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